giovedì 3 ottobre 2013

Multiverso, Dio o una fortuna sfacciata?





Come cambierebbe la nostra realtà se modificassimo –anche e solo leggermente- alcune proprietà fondamentali della materia?


Probabilmente il mondo come lo conosciamo non esisterebbe, e la realtà sarebbe differente rispetto a quella che percepiamo ogni giorno. D'altronde, se le stelle brillano alte nel cielo, è solo grazie ai perfetti valori delle costanti universali: se ad esempio cambiassimo anche minimamente i valori delle costanti di accoppiamento tra le forze fondamentali, i problemi sarebbero enormi. Pensiamo di modificare la forza di gravità: aumentandola, le stelle non avrebbero un ciclo di vita molto breve, e non darebbero tempo alla vita di svilupparsi sui pianeti del proprio sistema; mentre se fosse troppo debole, le particelle non si aggregherebbero e non si formerebbero i sistemi stellari. Scavando ancora più a fondo nella ricerca delle costanti fondamentali, inoltre, è semplice rendersi conto che i valori di tutte le proprietà della materia e dell’energia sono regolate in maniera “perfetta”, per permettere alla vita di avere origine. Nella tabella sottostante, a scopo di approfondimento, è possibile leggere i valori delle costanti di riferimento delle quattro forze fondamentali.






Forte


αs


1


Elettromagnetica


α


1/137,04 (costante di struttura fine)


Debole


αw


10−6


Gravità


αg


10−39
Ragionando in questi termini, inoltre, è necessario fare una riflessione sulle probabilità e sulle combinazioni che hanno permesso al nostro Universo di originarsi. Un equilibrio così complesso, del resto, non può prescindere da un’umana interpretazione. Il tutto, allora, si può osservare da tre diverse prospettive:
1 esiste un disegno intelligente regolato da un Dio, che ha permesso il nascere e l’evolversi della vita;
2 abbiamo avuto una fortuna sfacciata
3 viviamo solo in uno degli infiniti universi che esistono.
Il primo caso non necessita nemmeno di una particolare riflessione, in quanto quando si parla di questioni di un Dio creatore, non ci possiamo affidare ai metodi scientifici per indagare su questa possibilità, ma prendiamo la teoria come un dato di fatto.
Il secondo caso, può essere interpretato dal punto di vista del “principio antropico” (http://it.wikipedia.org/wiki/Principio_antropico), secondo il quale – detto in maniera molto grossolana – se noi esistiamo, e quindi possiamo se possiamo osservare il mondo, significa che le probabilità che esso si originasse, si sono verificate. E, nonostante la mia enunciazione sia molto fuorviante rispetto al vero significato del principio, esso ha un elevato grado di ragionevolezza, in quanto l’esperienza quotidiana ce lo suggerisce.
Il terzo ed ultimo caso, infine, è essenzialmente quello più ragionevole sotto un profilo di probabilità. Se esistessero infiniti universi, o se comunque ne fossero generati costantemente di nuovi, infatti, almeno uno di essi dovrebbe essere in grado di fornire i valori necessari affinché la vita avesse origine. Ed ecco che la remota probabilità che un Universo abbia proprio i nostri valori delle costanti di accoppiamento e di tutte le altre proprietà, non è poi più così remota.
Anzi, nel caso di un Multiverso infinito, anche una probabilità dello 0,000000000000000000000000001%, assume un valore infinito, e pertanto è infinitamente probabile che si verifichi.

Se siete interessati all'argomento, vi consiglio un libro molto interessante: 

L'universo elegante. Superstringhe, dimensioni nascoste e la ricerca della teoria ultima di Brian Greene 

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