sabato 14 marzo 2015

Immortalità della mente: che sia solo una questione di atomi?



Corre l’anno 2015. Per l’attuale livello tecnologico non siamo ancora in grado di sopraffare la legge mortale presente in ogni essere umano: la certezza della morte, ahimè, rimane un dato di fatto

Gli uomini, però, hanno inventato un metodo per rimandare il proprio destino affidandosi alla crionica  In pratica, esistono agenzie assicurative in grado di fornire un servizio post mortem, per il "congelamento" del corpo (o quanto meno del cervello). Le bassissime temperature consentono di conservare la struttura molecolare del cervello in modo da evitare la degradazione entropica, ovvero il deterioramento e lo smaltimento di tutte le strutture che compongono il nostro organismo. 

In questo modo, e grazie alla prospettiva di un futuro in cui la tecnica scientifica sia in grado di allungare (o addirittura rendere illimitata) la vita, si può sperare di essere “scongelati” al momento opportuno: ovvero quando potremo letteralmente essere riportati in vita

Tutto ciò, però, è ormai noto alla maggior parte delle persone e in realtà questo post non riporta niente di nuovo. Il mio tentativo, invece, è quello di fornire una semplice riflessione di natura logica su quanto appena detto. 

Il dibattito spesso ricade sul “se sia davvero possibile giungere ad un livello tecnologico in grado di riportare gli uomini in vita, o addirittura di rendere la vita illimitata”. 

Dal mio punto di vista, questo punto, ormai largamente discusso, ha già trovato una risposta largamente condivisa: sì, è senz’altro possibile raggiungere tale “singolarità”. Ma ciò non è sufficiente a chiarire ogni dubbio riguardo questo argomento. 

La questione davvero complessa su cui vorrei riflettere, infatti, riguarda la riproduzione della nostra struttura atomica. 



Una delle tecniche più discusse, riguardo alla tecnologia in grado di rendere l’essere umano “immortale” è il mind updating. In pratica si tratta di un sistema, per il momento ideologico, in grado di riportare la struttura atomica del cervello umano, all'interno di un “disco fisso”. Sarebbe proprio come mettere le informazioni della nostra mente, all'interno di un computer.

Un giorno, tutto questo potrebbe davvero essere possibile. Ma il problema è un altro. Dove si trova, infatti, la nostra coscienza. 

Ovvero: trasportando la struttura atomica del nostro cervello all’interno di un altro spazio, potremo davvero riprodurre la coscienza? 

Un mio carissimo professore delle superiori, con cui per altro conservo ancora un ottimo rapporto di amicizia, una volta scrisse un articolo molto interessante riguardo alla coscienza. Secondo quanto riportato in questo articolo, le proteine che compongono la nostra struttura celebrale, si dovrebbero rigenerare completamente nell’arco di un periodo di tempo molto limitato (si parla comunque di giorni e non di mesi). Il nostro cervello, quindi, si rinnova costantemente. La coscienza, però, continua a esistere imperterrita. 

Quello che mi chiedo allora è: la nostra coscienza scaturisce davvero dalla struttura atomica dei nostri atomi? 

Se proprio devo dire la mia, dico di sì. Anche se mi dispiace un po’ che si tutto così semplice. 

Voi che ne pensate?

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