La biodiversità è il modo in cui la natura riesce a trasformare la staticità in dinamismo; e la materia inerme in vita.
Il valore della biodiversità è assoluto: non esiste un parametro naturale che ricopra un ruolo altrettanto importante. La natura, infatti, è un complesso insieme di elementi e interazioni che tendono a raggiungere un equilibrio dinamico, il quale si realizza soltanto tramite l’enorme complessità della biodiversità terrestre.
Dai germi alle mandrie di gnu. Dalle aquile che spiccano il
volo alle api che proteggono la regina. Ogni essere vivente sul nostro
pianeta è estremamente importante per la sopravvivenza degli altri. Ogni
individuo fa parte di una fitta di rete d’interazioni, senza le quali
tutti gli elementi non potrebbero esistere.
L’equilibrio naturale, come se non bastasse, esercita una pressione sempre maggiore sul ruolo dell’evoluzione: é come se la natura tendesse a raffinare sempre più la sua capacità di concepirsi e osservarsi.
E il suo scopo ultimo è la sopravvivenza e la duplicazione di organismi
sempre più complessi e sempre più in grado di auto-comprendersi.
In questi termini, la biodiversità non assume solo il ruolo di
capilista nell’accrescimento dell’evoluzione, ma nel funzionamento
stesso del sistema. Ogni organismo, infatti, è strettamente dipendente dagli altri
in misura tale da determinare la sopravvivenza o meno di tutto
l’ecosistema. La diversità genetica, inoltre, permette di creare un
circolo di flussi energetici e di circoli di materia, in grado di fare
girare la grande giostra della vita.
Conservare la biodiversità, dunque, non è importante solo per la sopravvivenza delle varie specie, ma è direttamente connesso alla sopravvivenza della nostra, di specie.
Il ruolo della biodiversità
L’ecosistema è l’insieme di elementi e interazioni che
avvengono tra la materia biotica e quella abiotica. Esso si trova in
perenne equilibrio dinamico, e attraverso meccanismi di retroazione e
feedback tende continuamente a ritrovare la rotta di tendenza. Se la
quantità di alcune componenti tendono a eccedere rispetto alle altre, il
sistema tende a ritrovare la rotta di partenza modificando l’ingresso e l’uscita di flussi di energia e circoli di materia.
Per quanto riguarda i fattori biotici, l’energia che arriva sulla terra sotto forma di radiazione elettromagnetica viene utilizzata e trasmessa in tutti i livelli trof
ici.
Inizialmente le piante, tramite la fotosintesi clorofilliana,
utilizzano l’energia solare per convertire anidride carbonica e ossigeno
in una molecola di glucosio, essenziale per il proprio sostentamento
(il sottoprodotto della reazione sono sei molecole di ossigeno,
fondamentali per la vita di molte specie, tra cui l’uomo).
Successivamente, gli erbivori convertono la massa delle specie vegetali
in cibo per sé stessi, cosicché l’energia inizialmente prodotta dalle
reazioni termonucleari del Sole viene convertita, utilizzata e trasmessa
tra i due livelli. In un secondo momento l’energia passerà ai carnivori
che mangiano gli erbivori, e infine ai carnivori che mangiano i
carnivori. Dopodiché, una volta deceduti, tutti gli animali verranno
decomposti dai decompositori, che rimetteranno l’energia in circolo nel
sistema.
Ora, considerando che anche l’essere umano fa parte della catena alimentare (nonostante la riesca a modellare - spesso maldestramente - ), la rottura degli equilibri generati dall’enorme varietà genetica che compone l’ecosistema terreste, può produrre notevoli criticità anche alla nostra specie.
La ricerca delle cause che determinano la perdita della
biodiversità, non sono molto nascoste: l’inquinamento, i cambiamenti
climatici, l’introduzione di specie aliene ai vari territori e lo
sfruttamento intensivo delle risorse e la perdita degli habitat, sono
tutti fattori che determinano la perdita della biodiversità.
Come già detto, inoltre, questa perdita può determinare grossi
squilibri nell’ecosistema terrestre, e può anche causare notevoli danni
alla nostra esistenza.
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Una piccola soluzione: la conservazione ex situ
Molto spesso i progetti di salvaguardia delle specie a rischio effettuati in situ non sono sufficienti per
limitare il pericolo di estinzione. A questi progetti, dunque, le
organizzazioni internazionali che operano nel settore, stanno lavorando
da anni a progetti di conservazione ex situ.
Qualsiasi associazione zoologica non ricopre solo il
ruolo - peraltro potenzialmente non condivisibile - di esporre diverse
specie animali al pubblico, ma suoi veri obiettivi sono la salvaguardia, la ricerca e la sensibilizzazione
nei confronti delle più attuali questioni ecologiche. Ma per ottenere
questi risultati, ovviamente, l’architettura e la gestione paesaggistica
dei parchi, devono rispondere a determinati livelli qualitativi.
Laddove il cemento prende il sopravvento sulla naturalità degli
ambienti, non può esservi sensibilizzazione dei visitatori nei confronti
dei temi naturali. Anzi, il messaggio che arriva al visitatore, è
opposto a quello che dev’essere espresso.
Il senso che dev’essere trasmesso tramite i Giardini Zoologici,
è certamente un messaggio anti-antropocentrico; e, dato che - almeno in
parte - la frase precedente esprime un paradosso, il tema su cui devono
essere riposte le migliori attenzioni è certamente il benessere degli animali.
Per esprimere al meglio questi concetti, però, è necessario
fare una breve premessa. In ogni caso non è mai bello limitare la
libertà a nessun essere vivente, e il principio base da cui nasce la
mentalità opposta all’antropocentrismo è proprio quello espresso
attraverso la centralità naturale, a cui non corrisponde una piramide
d’importanza, ma in cui ogni specie ha la stessa rilevanza delle altre.
Detto questo, però, è sempre necessario sottolineare, per non rischiare
di cadere nell’ipocrisia, che ogni cosa possiede una diversa valenza. Un
batterio ha certamente meno importanza di un uomo, e sfidiamo chiunque,
dunque, a sacrificare una persona per la salvezza di tale organismo
unicellulare. È altrettanto vero, però, che senza i batteri non
esisterebbero i cicli naturali di azoto che permettono la nostra sopravvivenza. La tutela di ogni specie animale presente nel nostro pianeta, dunque, dev’essere una priorità,
ma per farla diventare tale sono necessarie delle prerogative
fondamentali: la ricerca, la sensibilizzazione, e la conservazione.
Quest’ultime possono essere eseguite all’interno degli Zoo, i quali, in
ogni caso, dovranno tendere ad una sempre maggiore predisposizione da
accogliere gli animali nel massimo del benessere, fisiologico e
psicologico.
Nel mondo moderno, purtroppo, troppe cause rischiano di far scomparire molte specie di fondamentale importanza per la salvezza della biodiversità.
A questi problemi dobbiamo trovare delle soluzioni, anche se
nell’immediato potranno far discutere, ma che nel lungo periodo, se
assisteremo ad un cambiamento radicale nelle politiche economiche
mondiali, potranno anche essere totalmente rivisitate. In futuro in cui
l’uomo imparerà a comprendere il proprio posto nella natura, quindi, i
Giardini Zoologici potrebbero anche scomparire, ma attualmente essi sono
una necessità, sia per il benessere della natura che della biodiversità
stessa. Uno Zoo, infatti, può non essere solo una prigione di animali,
ma piuttosto un luogo in cui le loro condizioni naturali sono fedelmente
riprodotte, e attraverso cui la salvaguardia di ogni specie assume un ruolo di fondamentale importanza.
È in questo contesto, dunque, che noi di MuchMoreSustainable
riteniamo che il Bioparco, sia il metodo migliore per aiutare la
diffusione del messaggio di sensibilizzazione che dev’essere trasmesso. 1
Non sei d’accordo sul ruolo degli Zoo nella salvezza della
biodiversità? Pensi che ci possano essere altri modi per tutelare la
diversità genetica senza dover conservare gli animali ex situ? Fammi
sapere come la pensi mandando una mail al mio indirizzo. Avrai una
spendida sorpresa..
Programmi europei per la conservazione della biodiversità
L’associazione europea EAZA (European Association of zoos and Aquaria
), si pone come obbiettivo quello facilitare la coordinazione degli Zoo e degli acquari europei, tendendo a rafforzare la qualità professionale della custodia degli animali e della loro presentazione al pubblico. Inoltre EAZA si prefigge l’obbiettivo di contribuire alla ricerca scientifica e alla conservazione della biodiversità globale. Per raggiungere questi obbiettivi l’EAZA intende operare attraverso la stimolazione,
la semplificazione e il coordinamento degli sforzi della comunità nella
ricerca scientifica, nella conservazione e nella educazione, attraverso
il rafforzamento della cooperazione delle organizzazioni interessate, e
influenzando la legislazione pertinente all’interno della Unione
Europea.
In pratica l’EAZA intende organizzare le operazioni di cooperazione tra le varie organizzazione, così da fornire un punto d’appoggio in grado di semplificare tutti i processi.
1 Andrea Tasselli, “Zooplanning: riqualifiaczione del Giardino
Zoologico di Pistoia attraverso l’analisi, la pianificazione e la
progettazione paesaggistica”, Università degli Studi di Firenze, 2013.
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